I periodi sensibili del cane

“Non è mai troppo tardi” diceva il maestro Manzi, ma, nel caso dei cani, dobbiamo contraddirlo.

Nella vita dei nostri amici ci sono dei momenti, detti “periodi sensibili”, in cui il cucciolo riceve input fondamentali per il suo futuro, che gli consentiranno di diventare un individuo adulto equilibrato e normalmente dotato nelle sfere relazionali. Input che se non arrivano in quel particolare “periodo”, non arriveranno più, o comunque non avranno di certo la stessa efficacia e daranno il via a problematiche alle quali riusciremo a rimediare solo parzialmente. Possiamo dividere i “periodi sensibili” del cane in:

  • Periodo prenatale: dal concepimento alla nascita
  • Periodo neonatale: prime due settimane di vita
  • Periodo di transizione: terza settimana di vita
  • Periodo di socializzazione: dalla quarta alla sedicesima settimana di vita
  • Periodo pre-adolescenziale: dal quarto mese di vita alla maturità sessuale
  • Periodo post-adolescenziale: dalla maturità sessuale a quella sociale (età adulta)

Il periodo di socializzazione del cane

Dei primi tre periodi si occuperanno mamma-cane e allevatore; ma analizziamo ora il “periodo di socializzazione”, ovvero quello in cui si ritrovano i nuovi proprietari con il cucciolo appena adottato. In questa fase il piccolo si fa un’idea:

  • del mondo: familiarizza con gli oggetti e le situazioni presenti nella sua quotidianità e definisce le situazioni ordinarie.
  • di sé stesso: comprende quali sono le sue capacità e qual è il suo ruolo all’interno del mondo.
  • delle relazioni sociali: comprende qual è il giusto comportamento da tenere in determinate situazioni, che competenze richiedono e cosa comportano ossia quali rischi e quali opportunità implicano.

Fino ai quattro mesi il cucciolo è “istintivamente ben disposto” verso nuovi incontri e proprio per questo motivo andrà “portato in società” ovvero dovrà avere frequenti contatti sociali con persone, cani, altri animali, insomma, con tutti gli esseri viventi con i quali ci aspettiamo dovrà interagire.

Nei mesi successivi questa predisposizione mentale non ci sarà più ed il cucciolo, che ormai si starà affacciando all’età adolescenziale o addirittura a quella adulta, comincerà a pensare che “nuovi stimoli” possano equivalere a “pericoli”, reagendo di conseguenza.

Una scarsa conoscenza dei tre modelli sopraelencati porterà il nostro compagno di vita ad essere diffidente nel rapporto con il mondo esterno, più pauroso verso l’incognito, a diminuire i processi espressivi e perlustrativi, a sviluppare un profilo ansioso/fobico/depressivo e… a rendere più difficile e impegnativa la convivenza!

Tutte le mie Puppy Class e (quasi tutte) consulenze comportamentali vertono su questo: stimolazione e miglioramento delle capacità cognitive, attività fisiche e mentali che spesso richiedono l’aiuto di altri individui, siano essi cani o umani, professionisti cinofili o più semplicemente amici.

In quarantena con il cane…come fare?

Allora come possiamo comportarci, proprio in questo periodo in cui i nuovi decreti ci obbligano a tenere i nostri amici fidati in una sorta di “campana di vetro”, costretti nelle case e a giretti di pochi minuti nell’isolato, senza di fatto poter incontrare estranei e giocare in libertà con altri cani o umani?

Sicuramente dovremo aumentare le interazioni in casa e in giardino (per i più fortunati), inventando nuovi giochi che sviluppino capacità fisiche e mentali in cui coinvolgere i nostri coinquilini. Quindi lavoreremo sulla condivisione per creare una buona relazione basata sulla fiducia reciproca; sui controlli e sugli autocontrolli, fondamentali soprattutto nei cuccioli più “agitati”; sulla stimolazione delle capacità olfattive, costruendo percorsi di fiuto o nascondendo oggetti; sulla stimolazione del tatto e del gusto, insegnandogli ad accettare la manipolazione (per evitare problemi dal veterinario o in toelettatura), facendogli esplorare superfici diverse e cibi dalle diverse consistenze; sulla stimolazione dell’udito, sottoponendoli a diversi rumori che dovranno poi sentire senza averne timore (anche attraverso registrazioni di traffico stradale, clacson…)

E, ultimo ma non per importanza, avendo negli scorsi mesi seguito molti casi di “ansia da separazione”, vi consiglio di non dimenticarvi di lasciare il cane qualche minuto in una stanza da solo, magari con un bel Kong ripieno con cui intrattenersi o comunque con qualcosa da rosicchiare. Questo è fondamentale perché, quando si tornerà alla “vita normale”, non gli sarà più concesso il privilegio di poter star con noi 24 ore al giorno e, se non sarà stato abituato da subito, lo accetterà mal volentieri!

Articolo a cura di Francesca Montera – Reservoir Dogs – Centro Cinofilo Pavia